Il carcinoma della mammella è il tumore più diffuso tra le donne. Ogni anno in Italia vengono diagnosticati oltre 40.000 nuovi casi di tumore al seno. L’incidenza aumenta con l’aumentare dell’età; tuttavia si riscontra un aumento di casi di tumore al seno anche nelle donne giovani.
Non esiste una causa ben precisa, ma sono noti alcuni fattori predisponenti come la familiarità, il menarca precoce (prima mestruazione prima dei 12 anni), la menopausa tardiva, cioè oltre i 55 anni. Il rischio di sviluppare un carcinoma mammario, inoltre, sembra aumentare con l’aumento dell’età della prima gravidanza; un rischio più alto, ovviamente, è presente in quelle donne che non hanno avuto figli. In una minoranza dei casi il tumore al seno è legato alla mutazione di alcuni geni, chiamati BRCA1 e BRCA2. Le pazienti portatrici di queste mutazioni hanno un rischio molto alto di sviluppare un tumore mammario o ovarico e quindi vanno attentamente monitorizzate.
Il tumore al seno non dà segni di se quando è di piccole dimensioni; in questa fase è evidenziabile solo con gli esami diagnostici. Quando aumenta di volume compare un nodulo duro, fisso, scarsamente dolente. Possono inoltre essere presenti sanguinamento o retrazione del capezzolo e della pelle. In fase avanzata il cancro può dare metastasi alle ossa, ai polmoni, al fegato e cerebrali.
La diagnosi di cancro della mammella può essere effettuata con l’esame clinico del seno, ma solo nei casi in cui sia presente un nodulo palpabile. Gli esami diagnostici che consentono di mettere in luce i tumori in fase pre-clinica sono la mammografia, l’ecografia e la Risonanza magnetica. L’esame citologico (eseguito mediante ago aspirato) e la micro biopsia consentono di confermare la diagnosi di tumore.
Il carcinoma della mammella è la tipologia di tumore che più frequentemente colpisce quest’organo. Il carcinoma origina da una singola cellula epiteliale presente all’interno dei dotti o dei lobuli mammari (da cui la definizione di carcinoma lobulare o duttale). Allo stadio iniziale la moltiplicazione delle cellule rimane confinata (carcinoma in situ), ma con il tempo tende a superare la cosiddetta membrana basale del dotto o del lobulo e ad invadere i vasi linfatici ed ematici, con possibilità di dare origine a metastasi a linfonodi o ad altri organi. Altre tipologie di carcinoma mammario, più rare e con una prognosi migliore, sono il carcinoma midollare ed il carcinoma mucinoso. Si parla invece di carcinoma infiammatorio quando il tumore coinvolge la cute del seno, che diventa di colore rosso, calda ed assume il cosiddetto aspetto a buccia d’arancia. Infine la malattia di Paget (varietà molto rara di tumore) si presenta come una lesione eczematosa del capezzolo, che provoca prurito, arrossamento e secrezione ematica.
Lo stadio del tumore al seno (da I a IV) è determinato dalle dimensioni del tumore, dallo stato dei linfonodi e dalla presenza o meno di metastasi a distanza (il cosiddetto sistema TNM). Perciò questo parametro deriva dalla combinazione di informazioni fornite da diversi esami, quali, ad esempio, l’esame istologico e la TAC. Più basso è lo stadio del tumore migliore sarà la prognosi.
La cura si basa su terapie loco-regionali, che hanno lo scopo di rimuovere il tumore ed hanno un effetto locale, e terapie sistemiche, che prevengono eventuali recidive o rendono operabili masse tumorali in stadio avanzato. Il principale trattamento loco regionale è fornito dall’intervento chirurgico, a cui può seguire la radioterapia. Per quanto riguarda la terapia sistemica, cioè la chemioterapia, esiste un’ampia gamma di farmaci a cui il carcinoma mammario è sensibile. Esiste inoltre, solo per alcuni tipi di tumore, la possibilità di eseguire una terapia endocrina.
Preziose informazioni sulla prevenzione e sulla cura del cancro si possono trovare anche all’interno del sito dell’AIRC , Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro.