Il tumore al seno comporta, oltre a conseguenze a livello fisico, anche ripercussioni emotive e psicologiche. Il seno è interpretato nella nostra cultura come un organo identitario e simbolico di maternità, fertilità ed erotismo. La sua perdita o la sua malattia, pertanto, causano lo sviluppo di problemi legati alla sfera psicologica; molte donne infatti vanno incontro, in particolare entro i primi due anni di malattia, a problemi di ansia e depressione, disagio sociale o difficoltà nella vita sessuale e familiare.
Pertanto in questi casi può essere utile un supporto psicologico, che può essere iniziato fin dalla diagnosi della malattia ed esteso anche al nucleo familiare. L’intervento dello psico-oncologo consiste in incontri individuali o di gruppo, che hanno lo scopo di alleviare la sofferenza emotiva della paziente, mediante anche interventi di counseling, psicoterapia, tecniche di rilassamento etc.
Dopo l’intervento può essere utile fare dello sport (camminate, nuoto, palestra, ecc.) o rivolgersi ad associazioni di volontariato o di donne che hanno già avuto il cancro al seno. Quest’ultime sono di grande aiuto per favorire la comunicazione ed il confronto tra donne che hanno avuto lo stesso problema.
Tra le associazioni più attive possiamo ricordare Komen che annualmente propone Race for the Cure, è una corsa di solidarietà e di raccolta fondi della lunghezza di 5 km che si svolge ogni anno a Roma, Bari, Bologna e Napoli. Si tratta di un evento che esprime la solidarietà nei confronti delle donne che affrontano il problema del tumore al seno e che cerca di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della prenvenzione.
Anche l’A.N.D.O.S., Associazione Nazionale Donne Operate al Seno, la più antica associazione italiana, propone supporto e numerose iniziative di educazione e assistenza psicologica.