La relazione del tabacco con il cancro della mammella è stata a lungo difficile da dimostrare per un duplice effetto. Infatti, se è sempre stato chiaro che il fumo espone le donne a sostanze cancerogene (idrocarburi aromatici, nitrosamine…), dall’altro canto sembrava addirittura che il tabacco esercitasse un ruolo protettivo nei confronti del carcinoma mammario, dal momento che esercita un effetto tossico sulle ovaie ed anticipa la menopausa.
Sono stati necessari grandi studi scientifici per dimostrare, in modo incontrovertibile, che il fumo causa il tumore del seno. Tra questi ricordiamo lo studio EPIC, che a partire dagli anni Novanta ha reclutato oltre trecento mila donne in dieci paesi europei.
I risultati di questa ricerca parlano chiaro: il rischio di sviluppare un tumore mammario è del 16% più alto nelle fumatrici, del 14% più alto nelle ex fumatrici e del 10 % più alto nelle donne esposte a fumo passivo. Considerando i periodi della vita in cui sono state esposte si trova un forte aumento del rischio per le donne che hanno fumato prima della gravidanza. Questo accade perché fino alla prima gravidanza le cellule del seno non sono ancora completamente differenziate e pertanto sono più sensibili agli stimoli cancerogeni.
Un altro dato interessante riguarda l’aumento del rischio per le donne esposte a fumo passivo. La ragione potrebbe essere che alcune sostanze cancerogene, come le nitrosamine, sono più concentrate nel fumo passivo che in quello attivo.
Appare quindi scontato il consiglio: non fumare ed evitare il fumo degli altri. Fonte “Il cibo dell’uomo”, di Franco Berrino, FrancoAngeli editore
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