Anche se con qualche difficoltà si può conciliare il ritorno al lavoro con l’allattamento. Infatti, se non si può allattare direttamente il bambino, lo si può nutrire con il latte della mamma, spremuto manualmente o mediante il tiralatte . Tutte le ragioni che hanno fatto preferire l’allattamento materno alla nascita sono valide anche quando il bambino ha tre o sei mesi; il latte materno rimane l’alimento più adatto perché meglio digeribile e perché offre maggiore protezione contro i rischi infettivi o allergici. Gli anticorpi trasmessi con il latte materno possono risultare molto utili per il bambino, che deve essere affidato a qualcuno e che si troverà a contatto con molti germi nuovi.
Dopo la ripresa del lavoro si può continuare ad allattare a richiesta appena la madre ha il bambino con se (mattina, sera, notte, vacanze). Sarebbe ottimale allattare il piccolo prima di uscire di casa; se il luogo di lavoro è vicino si potrebbe tornare a casa nelle pause per allattarlo. L’alternativa è quella di alimentarlo con il latte ottenuto mediante spremitura (manuale o meccanica) e conservato. Il latte appena spremuto si può conservare a temperatura ambiente (22 gradi) per 7-8 ore; può essere invece conservato in frigorifero per 3-5 giorni, mentre nel congelatore fino a tre mesi. È importante ricordarsi di etichettare i contenitori del latte, segnando la data in cui è stato raccolto.
Bisogna utilizzare sempre il latte più vecchio. Se è conservato nel congelatore, il contenitore deve essere messo a decongelare nel frigorifero la sera precedente il giorno di utilizzo. Bisogna ricordarsi di scuoterlo dolcemente, per mescolare la parte più cremosa del latte con quella più liquida. Il latte va scaldato a bagnomaria; va evitato il microonde o il fornello, perché con questi metodi si rischia di ustionare la bocca del bambino e perché un riscaldamento eccessivo denatura gli anticorpi presenti nel latte.