Il nostro sito ospita il contributo del dott. Cosimo Niccolai, fisioterapista ed osteopata, esperto nella riabilitazione delle pazienti operate al seno. In quest’articolo troverete preziose informazioni e suggerimenti per quanto riguarda il periodo post-operatorio, la convalescenza iniziale e quella avanzata.
Infine il dott. Niccolai risponde a quelle che sono le domande più frequenti a proposito del linfedema, temibile complicanza che può insorgere anche a distanza di anni dal trattamento chirurgico.
In chiusura troverete alcuni link a siti di associazioni e strutture sanitarie che si occupano di prevenzione e trattamento delle patologie tumorali.
Il periodo post operatorio
Edema post operatorio
Il gonfiore dopo l’intervento è assolutamente normale. È presente soprattutto al braccio e sulla parte laterale del torace; la sensazione è come se fosse presente un piccolo cuscino tra il braccio e le costole. Scompare nell’arco di qualche settimana, non è doloroso, crea un leggero impaccio nei movimenti. A letto tenete un cuscino sotto l’avambraccio in modo da tenere la mano più alta del gomito.
Linforrea e controllo dei punti di sutura
Anche se viene posizionato un drenaggio è abbastanza frequente che la linfa possa accumularsi nella zona operata, soprattutto nel caso di asportazione di molti linfonodi. Nei controlli dopo l’operazione il medico provvede a evacuare il liquido quando non si è riassorbito spontaneamente; la manovra di evacuazione non è dolorosa.
I punti di sutura superficiali a volte non si chiudono subito oppure si formano delle piccole croste: è opportuno evitare il bagno e la doccia fino alla completa chiusura della cute.
I primi movimenti
I primi giorni dopo l’intervento non fate movimenti ampi o bruschi con l’arto dal lato operato, ma neppure dovete rimanere immobili! A letto cercate di muovere le spalle e aprire gradualmente e lentamente tutto l’arto, spostandolo lateralmente e verso l’alto, piegandolo e ruotandolo, aiutatevi e sostenetevi con l’altro braccio. Fate questi movimenti lentamente aiutandovi con l’appoggio dei cuscini, inizialmente i movimenti possono provocare dolore: non spaventatevi, fate dei respiri profondi per rilassarvi. Fate movimenti controllati e piccole serie di esercizi, più volte al giorno, senza stancarvi.
Tenere l’arto immobile è sconsigliato.
La convalescenza iniziale
Questo è stato davvero un brutto periodo per voi e la vostra famiglia, ma sta passando! Molte cose vi sono state dette in anticipo, per altre invece dovrete adattarvi al momento ma niente paura: siate prudenti, usate il buon senso, fidatevi del vostro istinto e delle vostre sensazioni, cercate per quanto possibile delle sensazioni positive ed evitate quelle sgradevoli.
I movimenti a casa
Molte pazienti rientrano a casa e quasi non avvertono di essere state operate e cercano di riprendere immediatamente tutte le attività che facevano prima, magari anche più intensamente… ricordate che siete CONVALESCENTI da un intervento chirurgico, dovete dare tempo al vostro organismo di riprendere le forze.
Per chi vuole fare tutto e subito, come prima: non sforzate troppo, tenete un ritmo lento e riposatevi spesso, evitate i lavori pesanti o prolungati e fatevi aiutare, in questo momento siete voi ad avere bisogno.
Per chi ha paura di muoversi: usate tutte e due le braccia, muovetevi con attenzione ma facendo il vostro movimento correttamente (ad esempio, allungare tutto il braccio aprendo il gomito per prendere un piccolo oggetto).
Abituarsi alla protesi
L’intervento al seno può richiedere la correzione estetica con l’inserimento di una protesi, per adattarne il profilo a quello del seno non operato. Inizialmente la protesi può risultare rigida e non adattarsi bene ai movimenti: niente paura, ha solo bisogno di tempo per stabilizzarsi. Per i primi mesi indosserete indumenti contenitivi adatti, i movimenti devono essere completi ma eseguiti con attenzione. Le posizioni per dormire devono essere adattate al bisogno, sono molto utili dei cuscini che sostengano il corpo e il braccio durante il sonno per evitare dei movimenti involontari. La protesi potrà essere mobilizzata delicatamente per favorirne l’adattamento.
Posizione durante il sonno
Dopo i primi tempi nei quali avete dormito supine, potete gradualmente porvi sul fianco non operato; la posizione completa dal lato operato arriverà successivamente e all’inizio potrete mantenerla solo per poco tempo. Dei cuscini nel letto vi aiuteranno a posizionarvi in un appoggio comodo e stabile. Il nostro corpo sa esattamente qual è la posizione migliore per dormire, anche voi troverete la vostra.
Linfedema del braccio e/o del tronco
Nei primi tempi un leggero edema attorno alla zona operata è normale, fa parte dei meccanismi fisiologici di guarigione e si ridurrà progressivamente nel corso delle settimane. Se il gonfiore del braccio e della mano non si riduce spontaneamente oppure aumenta progressivamente, significa che in questo momento avete una “insufficienza linfatica”. È opportuno non trascurarla ma trattarla adeguatamente per riportare il sistema in equilibrio ed evitare che il gonfiore aumenti.
Cicatrice ascellare
È quella dello “svuotamento ascellare” cioè quando vengono tolti una parte dei linfonodi che si trovano all’interno dell’ascella. È una cicatrice abbastanza profonda e può dare delle tensioni dolorose, principalmente quando si alza il braccio. Con il tempo può formarsi un cordone spesso e consistente, anch’esso fonte di fastidio durante i movimenti. È importante recuperare presto tutta l’ampiezza di movimento del braccio e della spalla, in questo modo la cicatrice sarà della lunghezza giusta. La cicatrice deve essere mobilizzata fin dai primi giorni e proseguire poi per alcune settimane, assieme all’applicazione di creme per mantenerla morbida.
Cicatrice sul torace
Sono le cicatrici della quadrantectomia, del “linfonodo sentinella”, del drenaggio.
Sono sulla parte laterale del seno, corrispondente all’interno del braccio e per i primi giorni sono sensibili, tutta la zone è edematosa, maggiormente alla sera. Vale quando detto in precedenza, vengono trattate assieme alle altre.
Cicatrice sul seno
La cicatrice sul seno dipende dal tipo di operazione. Deve essere mobilizzata regolarmente con attenzione perché il tessuto deve elasticizzarsi il più possibile onde evitare le retrazioni. La cicatrice deve essere mobilizzata anche se c’è la protesi; per la protesi la mobilizzazione è diversa.
Dolore alla spalla e all’arto superiore
Solitamente è un dolore riflesso; è causato dalla vicinanza di alcuni nervi con la zona dell’intervento. Tende a sparire spontaneamente dopo i primi giorni ma è sempre opportuno mobilizzare la cicatrice e riprendere il normale range articolare del braccio e della spalla prima possibile.
Dolori del cingolo scapolo-omerale e del tratto cervicale
Per alcune settimane tutti i movimenti abituali cambiano, dato che il braccio (e tutto il lato del corpo) operato viene usato molto meno.
Questo induce uno spostamento nell’equilibrio e nella postura. Tutti i muscoli lavorano in modo diverso, soprattutto quelli della colonna vertebrale. Possono comparire dei dolori a distanza oppure riacutizzarsi dei vecchi dolori ormai dimenticati; niente paura, con il progredire del vostro recupero anche questi dolori se ne andranno.
La convalescenza avanzata
Ormai la parte più brutta è passata, sono trascorsi alcuni mesi: avete già terminato anche le eventuali cure successive ed effettuato i primi controlli, state decisamente meglio ogni settimana che passa!
Quando ricominciare l’attività fisica?
Non c’è un tempo predefinito, tuttavia è opportuno attendere qualche mese prima di iniziare un’attività in palestra. Ogni caso deve essere valutato con attenzione, soprattutto se è presente un edema linfatico.
Quale attività fisica?
È sempre opportuno iniziare con delle attività “morbide”, ci sono degli ottimi programmi specifici di attività in acqua per chi ha subito interventi al seno, molto utili per chi ha edema linfatico.
Piccole precauzioni nelle attività giornaliere
Anche se praticamente non avvertite più alcun fastidio, è opportuno adottare delle piccole precauzioni, soprattutto nei primi mesi: disinfettate sempre le piccole ferite, indossate dei guanti quando fate attività all’aperto che possono creare dei graffi (ad esempio, il giardinaggio), non affaticatevi eccessivamente e non portate pesi dal lato operato, non state al sole e al caldo a lungo.
L’alimentazione
È ormai riconosciuto che l’alimentazione ha un ruolo importante nello sviluppo dei tumori e quello al seno non fa eccezione. Seguite i consigli dei nutrizionisti per un’alimentazione adeguata alla vostra condizione, favorite gli alimenti integrali, frutta fresca e secca, verdura.
Molto utile la sezione dell’ Istituto Tumori Milano http://www.istitutotumori.mi.it/ dove troverete consigli su alimentazione e prevenzione delle malattie tumorali.
Il sistema linfatico ed il linfedema
Che cos’è la linfa?
La linfa è un liquido che troviamo nei nostri tessuti, origina dalla parte liquida del sangue che filtra dai capillari arteriosi per portare il nutrimento alle cellule.
La linfa ha funzione nutritiva, immunitaria, di comunicazione e di pulizia dalle scorie cellulari.
Questo liquido nobile (è un ultrafiltrato del sangue) viene recuperato dai capillari venosi e da quelli linfatici, assieme ai prodotti di scarto del metabolismo cellulare e immessa di nuovo nel torrente circolatorio. La circolazione sanguigna è un sistema chiuso, la fuoriuscita e il successivo recupero di questa parte liquida nei tessuti è continua e fisiologica.
Che cos’è il sistema linfatico?
È il sistema che recupera la linfa dai tessuti e la riporta verso il cuore fino all’immissione nella circolazione sanguigna. È un sistema che affianca quello circolatorio sanguigno, con una grande rete superficiale e profonda. La sua particolarità sono i linfonodi, le stazioni locali del sistema immunitario.
I capillari linfatici raccolgono la linfa nello spazio tra le cellule e molti capillari convergono verso un solo linfonodo: la linfa viene esaminata e purificata dal sistema immunitario nel linfonodo e da questo riparte un solo vaso linfatico, più grande. Questi vasi linfatici convergono verso un linfonodo successivo dove avviene lo stesso processo, così via in uno schema a piramide fino a tornare nella circolazione generale.
Che cos’è l’edema linfatico o “linfedema”?
Il passaggio di linfa nei tessuti è continuo e fisiologico, nelle 24 ore vengono distribuiti e recuperati alcuni litri di questo liquido. Il sistema linfatico mantiene l’equilibrio tra quanto viene disperso e quanto viene recuperato; quando il recupero è insufficiente si parla di “insufficienza linfatica”. Il sistema linfatico può essere insufficiente in alcuni distretti (in questo caso, gli arti superiori) per molti motivi, ad esempio perché togliendo alcuni linfonodi e i relativi tronchi principali il sistema localmente diventa sovraccarico. La presenza di liquido nei tessuti li rende gonfi, pesanti, a volte dolenti; bere di meno è sconsigliato.
Che cos’è la fisioterapia per l’edema?
La fisioterapia per l’edema comprende tutte le manovre e gli ausili per ridurre e controllare l’edema linfatico e tutte le sue complicanze.
Il Drenaggio linfatico manuale è un massaggio particolare, molto leggero, che permette di scaricare le zone imbibite di linfa per favorire il progressivo riequilibrio del sistema:
il Bendaggio elastico-compressivo aiuta a ridurre l’accumulo di linfa, principalmente negli arti;
il Taping linfologico è una particolare applicazione del taping elastico che aiuta a scaricare la linfa; una risorsa utile da consultare al riguardo è il sito web curato da : Monica Coggiola http://www.linfodrenaggio-linfotaping.com/;
la Pressoterapia sequenziale è utilizzata per simulare il drenaggio linfatico manuale nei problemi più leggeri e/o cronici;
gli Ausili compressivi sono degli indumenti (calze, bracciali) che comprimendo la zona di insufficienza limitano la dispersione di linfa nei tessuti.
Sul territorio italiano sono presenti molte associazioni che si occupano di prevenzione e di assistenza ai malati di cancro. Vi segnaliamo alcuni siti dove è possibile trovare anche molte informazioni: http://www.andosonlusnazionale.it/ ; http://www.lilt.it/; http://www.komen.it.
Articolo curato dal dott. Cosimo Niccolai
Fisioterapista, Osteopata D.O.